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Storia

NOTE STORICHE  

  

Fu il medico veterinario Adriano Bonini a radicare questa disciplina sul territorio bondenese nel  

1963, dopo i primi esperimenti targati Cus Ferrara a fine anni Quaranta e conclusi a fine anni Cinquanta del secolo scorso, e dopo quelli, in assoluto, i primi, dell’anteguerra del GUF Ferrara. Il campo del motovelodromo di Ferrara, in via Porta Catena, fu inaugurato con una partita di hockey su prato internazionale, Italia-Austria nel 1952: tra l’altro quella selezione azzurra comprendeva pure il ferrarese Giorgio Ravalli che prese poi parte con l’Italia anche al torneo di hockey su prato ai Giochi Olimpici di Helsinki 1952. L’esperienza del Cus Ferrara, infatti, ebbe nel tempo qualche intoppo ed è per questo che l’allora presidente provinciale della Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio, Tinto (ancora infatti non era sorta la Federazione Italiana Hockey), pensò di chiedere disponibilità a rilanciare l’hockey su prato ad un medico veterinario bondenese: i suoi contatti l’avrebbero ricondotto al dottor Adriano Bonini che un giorno si recò su appuntamento presso la palestra della Pgs Don Bosco, dove c’era un po’ di materiale tecnico. Bonini, fece esperienze sportive agonistiche e universitarie a Bologna, fra il 1939 e il 1942. E qualcuno si ricordò di quelle sue avventure giovanili. Fu così, allora, che si mise in moto la macchina organizzativa grazie alla quale Bonini e gli altri quattro fondatori (Rocco Catapano, Tito Galliera, Giovanni Rossi e Gino Roversi) costituirono la società Hockey Bondeno. I “cinque”, tra mille peripezie, superarono ogni ostacolo iniziale sostenuti da una grande passione, e da un carisma tutto speciale che permise loro di allacciare legami e contatti con numerosi giovani del territorio, grazie anche ai rapporti familiari e solidali tipici della piccola comunità. Giocare al “Comunale” di via XX Settembre fu il primo traguardo raggiunto dalla società nel tempo. Successivamente arrivarono anche le sponsorizzazioni, ma inizialmente tutto ruotava attorno all’autofinanziamento. Fondamentale fu anche il binomio instaurato coi fratelli Bignozzi negli anni Settanta ovvero i contitolari di un gruppo industriale che diede respiro all’attività sportiva associandosi a quello di un club che ha sempre portato agli onori della cronaca nazionale la città di Bondeno fin dai primi anni Novanta. Anche se non mancò qualche momento di difficoltà risolto grazie agli aiuti del Cus Ferrara. Poi venne l’esperienza col presidente Pavani gli anni d’oro del direttore generale Ermanno Bacchiega e dell’attuale presidente Bolognesi.  

Il salto di qualità, a livello locale, è stato compiuto nel 1999, quand’anche a Bondeno venne inaugurato un campo regolamentare in superficie sintetica presso il centro sportivo Bihac in via Napoleonica. Centro che da alcuni anni era diventato impianto ufficiale di gioco del club, quand’ancora era in erba naturale. Nell’attesa del nuovo campo per un triennio le squadre dovettero trasmigrare a Bologna, dato l’obbligo di giocare su superficie sintetica. A Bondeno venne costruita una superficie con sottostruttura in sabbia che non ha eguali sul territorio provinciale per dimensioni (94 x 52 mt.). L’opera – spesa valutata attorno ai 670 milioni di lire (310 mila euro) nel 1996 – è stata quasi interamente finanziata sia coi fondi del Credito Sportivo e della FederHockey, grazie anche all’appoggio dell’amministrazione comunale. L’ingaggio biennale (1999-2001) di un istruttore tecnico, collaboratore delle squadre nazionali, Carlo Lambertini, ha guidato staff e giocatori in un percorso di riconversione tecnica, tattica e mentale imposto dal passaggio alla superficie sintetica, la tappa obbligata del regolamento internazionale. Furono gli anni dell’arrivo in Italia dei giocatori bielorussi Fedossenko Valikau. Nel tempo Luigi Fedele Gavioli seguì diligentemente un periodo di transizione fino all’arrivo dell’allenatore felsineo Umberto Collina con l’ucraino Stasiouk e il russo Kripak, sempre protagonisti col Cus Bologna. I giocatori diedero lustro alle prime due stagioni nella massima serie della storia bondenese, senza dimenticare, tuttavia, lo storico spareggio per la prima promozione in A1 col Cus Padova (giugno 2006) al quale assistettero circa cinquecento spettatori. Protagonista l’attaccante bielorusso Bartneusky che segnò il golden gol decisivo. Dopo un paio di stagioni nella massima serie giunse la retrocessione in A2: dalla stagione 2008/2009 la prima squadra è guidata da Marco Pritoni, l’ex terzino promosso come capo allenatore. La cavalcata vincente dell’annata 2009/2010 ha portato l’Hockey Bondeno ancora in A1, direttamente senza spareggio. Prima della retrocessione in A2, punto di partenza nell’attuale stagione. Da segnalare infine il ritorno della squadra femminile dopo gli esperimenti dei primi anni Ottanta e quelli avviati nel 1999 poi interrotti nel 2004. Nella stagione 2008/2009 la partecipazione al campionato di B di hockey indoor.  

L’hockey indoor, versione invernale dell’hockey su prato, si pratica al coperto con 6 giocatori. Bondeno aveva raggiunto la promozione in Prima divisione tre anni fa con la squadra maschile ma nel febbraio 2010 perse la finale play out con Savona e Villafranca, ritornando in B. La dirigenza – che sta solcando nuove vie atte a promuovere il settore giovanile – sta vagliando un consolidamento  

della partnership con l’imprenditoria locale per assicurare, finanziariamente, il futuro ad una disciplina, che da cinquantadue anni vive in simbiosi con la comunità bondesana. Senza dimenticare che Bondeno è rappresenta uno dei tre poli regionale dell’hockey su prato dopo Bologna (A1) e insieme a Città del Tricolore Reggio Emilia (A2); e quel prestigioso attestato ufficiale di stima conferito all’Hockey Club Bondeno qualche anno fa a Imola dal Gruppo Emiliano Romagnolo Giornalisti Sportivi (GERGS), ha sancito, se mai ve ne fosse ancora bisogno, che il sodalizio presieduto da Daniele Bolognesi e da ogni altro componente che si è succeduto nel tempo – fra questi anche l’allora vice presidente Ermanno Bacchiega – è ancora in continuità con quello tenacemente creato cinquantadue anni addietro dai “ragazzi del dottor Bonini” insieme a quel medico veterinario, nonno e padre di una “creatura” che ha svezzato numerosissimi giovani. Un’occasione, questa, per ricordare anche gli altri dirigenti che agli albori contribuirono all’impresa. Non ultimo Renzo Bindi, che diede un apporto fondamentale allo sviluppo dell’hockey locale.   

Allegati:
Scarica questo file (C\'era_una_volta.doc)C\'era_una_volta.doc[Dai ricordi del Dott. Bonini]36 Kb
 

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